MAESTRI, GUITTI E ZANZARE
Vicende di donne e uomini per la scuola nella Palude Pontina
€15,00
di Carla Zanchetta
Gli abitanti delle Paludi Pontine che hanno preceduto le famiglie dei coloni immigrate negli anni Trenta meritano un riconoscimento: calpestarono questo suolo lavorando fra gli acquitrini, conoscendo miseria, sfruttamento e fatica. Una triste condizione sulla quale incideva gravemente l’analfabetismo. Fu un pugno di coraggiosi e illuminati, donne e uomini, a sentire l’imperativo di fondare delle scuole nelle Paludi Pontine, perché anche a queste genti potesse giungere la “luce dell’alfabeto”, una luce che, disseppellendo la speranza, contribuisse a cambiare la sorte di un popolo.
«Se la sente di andare in palude, maestra Regina?».
«Sì. Certamente!».
«Ne è proprio sicura? È un ambiente malsano, avrà a che fare con bambini che non sanno cosa voglia dire andare a scuola, figli di analfabeti» continua Marcucci, direttore dell’Ente Scuole.
«Ciò che mi dice non mi preoccupa. Sono fiduciosa».
«A Giovanni Cena è sempre piaciuto ripetere che la scuola è il principio di qualche cosa…».
«Lei come pensa che andrà a finire questa avventura, direttore?»
«Dipende da noi, da lei, Regina, dagli altri maestri. Abbiamo aperto una strada, ora non resta che percorrerla fino in fondo…».
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