STATUTI E COSTITUZIONI DELLA CITTÀ DI SEZZE – 12 novembre 1547

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traduzione italiana a cura di Francesco Petrianni

Francesco Petrianniè nato a Sezze (LT) nel 1948. Laureato in Filosofia, ha lavorato per quarant’anni presso il Comune di Sezze, dirigendo per oltre quindici anni il settore Cultura.
Impegnato nella valorizzazione del territorio, della tradizione e della cultura locale, ha promosso la ristrutturazione e il riallestimento dell’Antiquarium comunale, trasformato in Museo Archeologico, si è adoperato per l’istituzione e il primo allestimento del Museo del Giocattolo Territoriale dei Monti Lepini, ha favorito il restauro e la riorganizzazione dell’Archivio Storico comunale, che con la sua ricca dotazione è tra i più importanti in provincia di Latina. Negli anni Settanta ha collaborato con Graziella Di Prospero nella raccolta di canti popolari del territorio setino. Ha sostenuto autori e pubblicazioni di interesse locale, favorendo tra l’altro la stampa del Vocabolario etimologico del dialetto setino, opera incompiuta di Domenico Pecorilli.
Giornalista pubblicista, è stato direttore e cofondatore di Nuova Informazione, una delle più attive e longeve riviste culturali dei Lepini. Ha vinto concorsi di poesia dialettale.
È presidente dell’Associazione culturale “Le Decarcie” con la quale da alcuni anni organizza “Verso Sofia”, un incontro con la filosofia.

Descrizione

Il cinquecentesco Statuto comunale di Sezze è forse il documento più importante e sicuramente il più completo e sistemico per conoscere la storia della città.
Venne adottato nel 1520, ma il suo Proemio ci dice che la «vetustisssima città», nel tempo, aveva avuto «statuti rispettabilissimi e regole municipali». Esso apre una finestra su Sezze e il suo territorio; racconta la quotidianità della vita cittadina, la gestione e il controllo del territorio, il lavoro, le produzioni, il commercio, le fiere, le relazioni sociali e l’amministrazione della città.
Località oggi senza traccia e memoria emergono prepotentemente dal vasto territorio di Sezze, in cui il lavoro nel Campo Setino è intenso e i luoghi sono frequentati, solcati per lungo e per largo, vissuti, sfruttati e difesi dall’abbondanza delle acque, una ricchezza contesa. E questa non è una versione, ma una certificazione che smentisce la più recente narrazione di un territorio malato e sommerso dalla palude. Non sarà un caso infatti che Goethe nel suo Viaggio in Italia, il giorno 23 febbraio 1787 annotasse: «Allo spuntar del giorno ci trovavamo nelle Paludi Pontine che non hanno quel triste aspetto comunemente descritto dai romani».
Del resto anche Sandrino Di Trapano, contadino e per tanti anni Sindaco di Sezze, sensibile conoscitore del territorio setino, delle sue tradizioni, delle sue genti, nonché fautore di buone pratiche, che, solo ora scopriamo, traggono alimento da una storia secolare, ha sempre sostenuto che il territorio setino non era sicuramente tutto impaludato, non era povero, ma ricco di risorse e di attività. Lo Statuto gli dà ragione.

Informazioni aggiuntive

Titolo

STATUTI E COSTITUZIONI DELLA CITTÀ DI SEZZE – 12 novembre 1547

Pagine

212

Formato

21X29 cm

Anno

2023

ISBN

9788899580865

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